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1. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 10
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2. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 13
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3. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 9
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4. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок)
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5. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 8
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6. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 16
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7. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 14
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8. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 6
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9. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник)
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10. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 7
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11. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 6
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12. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 2
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13. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 11
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14. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 4
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15. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 15
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16. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 3
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17. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 5
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18. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 10
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19. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 12
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20. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 12
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21. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 9
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22. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 17
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23. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 13
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24. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 3
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25. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 5
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26. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 8
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27. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 2
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28. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 7
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29. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 11
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30. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 4
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31. А. Г. Достоевская. Воспоминания. Часть четвертая. Пребывание за границей
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32. Ф. М. Достоевский в воспоминаниях современников. Достоевская А. Г.: Из "Воспоминаний". Пребывание за границей
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Примерный текст на первых найденных страницах

1. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 10
Входимость: 22. Размер: 58кб.
Часть текста: scosso Goljadkin. Il nostro eroe passò una pessima notte, cioè non riuscì assolutamente a dormire nemmeno per cinque minuti, come se qualche burlone avesse cosparso il suo letto di setole fatte a pezzetti. Passò tutta la notte in una specie di dormiveglia, girandosi da una parte e dall'altra, ora su un fianco ora sull'altro, esclamando, ansimando, prendendo sonno per un istante e dopo un istante svegliandosi di nuovo, e tutto ciò accompagnato da una strana angoscia, da confusi ricordi, da orrende visioni... in una parola, da tutto ciò che si può trovare di più sgradevole... Ora gli appariva davanti, immersa in una strana, misteriosa penombra, la figura di Andréj Filìppovic'; una figura asciutta, scontrosa, dallo sguardo freddo, crudele, con quel suo rimbrottare rigido e cortese... Ma, non appena Goljadkin cominciava ad avvicinarsi ad Andréj Filìppovic' per giustificarsi in certo qual modo ai suoi occhi, così e così, e dimostrargli che lui non era come lo dipingevano i suoi nemici, che, ecco, lui era questo e quello, e che anzi aveva, oltre alle comuni innate sue qualità, anche questo e...
2. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 13
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Часть текста: umido e soffocante, specialmente per Goljadkin che, anche senza di ciò, stentava a tirare il fiato. Il suo cappotto zuppo d'acqua e diventato pesante lasciava penetrare in tutte le membra una tiepida, antipatica umidità e col proprio peso gli rompeva le gambe, già per conto loro molto indebolite. Una specie di brivido febbrile gli serpeggiava per tutto il corpo con un penetrante e acuto formicolìo; a causa dell'umidità si era riempito di un freddo sudore da malato, e così Goljadkin dimenticò, in questa situazione, di ripetere con la fermezza e la decisione a lui proprie la frase prediletta, cioè che quello, e tutto il resto, in qualsiasi modo probabilmente, anzi sicuramente, si sarebbe aggiustato per il meglio. "Del resto, tutto ciò, per ora, non ha alcuna importanza" aggiunse il nostro robusto eroe, che non si lasciava abbattere, asciugandosi sul viso le gocce di acqua fredda, che scendevano in tutte le direzioni dalla falda del suo cappello tondo, tanto zuppo da non tenere più l'acqua. Dopo avere, in più, considerato che questo non era ancora niente, il nostro eroe volle provare a rannicchiarsi su un tronco d'albero abbastanza robusto, che giaceva abbandonato accanto a un mucchio di legna nel cortile di Olsufij Ivànovic'. Naturalmente non c'era ormai più da pensare alle serenate spagnole e alle scale di seta; ma c'era comunque da pensare a un qualche angoletto isolato, se non caldo, almeno accogliente e nascosto. Lo tentava molto, sia detto per inciso, quell'angoletto nell'ingresso dell'appartamento di Olsufij Ivànovic', dove già una volta, quasi all'inizio di questa storia vera, il nostro eroe era rimasto dritto per due ore tra un armadio e un vecchio paravento, in mezzo a ogni tipo di inutili carabattole casalinghe, a ciarpame e a cianfrusaglie. Il...
3. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 9
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Часть текста: nella testa di Goljadkin frullò perfino il pensiero se non avrebbe invece dovuto lasciare le cose com'erano e rinunciare, semplicemente. "Be', che c'è? Niente. Io me ne starò per conto mio, come se non fossi io" pensava Goljadkin; "lascio perdere tutto; non sono io, e tutto è finito: lui pure, forse, se ne starà per conto suo; brancolerà un po', il birbante, certo, si rigirerà, ma finirà con il piantarla pure lui. Sicuro, ecco come stanno le cose! Io raggiungerò lo scopo con la rassegnazione. E poi, dov'è il pericolo? E che pericolo c'è? Vorrei proprio che qualcuno mi facesse vedere un pericolo in questa faccenda. E' una cosa da niente! Una storia comunissima!" A questo punto Goljadkin si fermò. Le parole gli morirono in gola; poi arrivò addirittura a insultarsi per quel pensiero e giunse al punto di convincersi di essere un vile e meschino per avere avuto quel pensiero, la faccenda però non si mosse di un'unghia dal punto in cui si trovava. Si rendeva conto che per lui era una...
4. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок)
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Часть текста: mi sbagliavo. Il generale mi accolse con una disinvoltura eccessiva, mi parlò squadrandomi dall'alto in basso e mi mandò da sua sorella. Era evidente che da qualche parte erano riusciti a procurarsi del denaro. Ebbi addirittura l'impressione che il generale mi guardasse con un certo imbarazzo. Màrja Filìppovna, indaffaratissima, mi liquidò con poche parole; prese, però, il denaro, lo contò e ascoltò il mio rapporto. A pranzo erano attesi Mezentzòv, il francesino e un inglese; come sempre, quando c'era denaro, subito inviti a pranzo: secondo l'uso moscovita. Polina Aleksàndrovna, vedendomi, mi chiese come mai fossi rimasto assente tanto a lungo. Ma non aspettò nemmeno la risposta e se ne andò. Si capisce, l'aveva fatto apposta. Però dovevo parlarle a ogni costo. Molte cose si erano accumulate. Mi era stata assegnata una piccola stanza, al quarto piano dell'albergo: si sa qui che io appartengo al "seguito del generale". Da ogni cosa si capisce che essi sono riusciti a dare nell'occhio. Qui il generale è creduto un ricchissimo magnate russo. Ancora prima di pranzo, ha fatto in tempo, tra gli altri incarichi, a darmi due biglietti da mille...
5. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 8
Входимость: 13. Размер: 38кб.
Часть текста: il posto vuoto, la porta scricchiolò e entrò Petruska, che portava il vassoio col tè. "Ma dov'è? Dov'è?" pronunciò con voce appena udibile il nostro eroe, indicando col dito il posto occupato la sera prima dall'ospite. Petruska non rispose e non guardò nemmeno il suo padrone, ma girò gli occhi verso l'angolo a destra, tanto che lo stesso Goljadkin fu spinto a guardare anche lui in quell'angolo. Però, dopo un breve silenzio, Petruska, con voce rauca e ruvida rispose "che il padrone non era in casa". "Sei stupido, sai: il tuo padrone sono io, Petruska" esclamò Goljadkin con voce spezzata e guardando con gli occhi sbarrati il suo domestico. Petruska non rispose, ma fissò Goljadkin in un modo che quello arrossì fino alle orecchie; quello sguardo aveva un'aria di rimprovero così oltraggiosa, da essere davvero simile a un'ingiuria. A Goljadkin cascarono, come si suol dire, le...
6. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 16
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Часть текста: Blanche. Ma questo per ciò che riguarda il suo denaro. Per ciò che riguarda invece i miei centomila franchi, mi dichiarò in seguito che essi le erano serviti per una prima sistemazione a Parigi, "così ora mi sono messa su un piede decoroso, una volta per sempre, e ormai per un bel pezzo nessuno mi butterà più giù; così almeno ho deciso" aggiunse. Del resto, quei centomila franchi si può dire che io non li vidi neanche; il denaro, lo teneva sempre lei e nel mio borsellino, nel quale lei ogni giorno curiosava, non si accumulavano mai più di cento franchi e, quasi sempre, molti di meno. "Ma via, a che ti serve il denaro?" mi diceva a volte con l'aria più innocente del mondo, e io non discutevo. In compenso, con quel denaro sistemò in modo molto confortevole il suo appartamento e quando poi mi trasferì nella nuova dimora, mi disse, mostrandomi le stanze: "Ecco che cosa si può fare con l'economia e il buon gusto, sia pure con i mezzi più miseri". Quella miseria costava, però, esattamente cinquantamila franchi! Con i rimanenti cinquantamila mise su carrozza e cavalli; inoltre organizzammo due balli, cioè due serate alle quali presero parte Hortense, Lisette e Cléopatre, donne notevoli sotto molti aspetti e tutt'altro che brutte. Queste due serate io fui costretto a sostenere la stupidissima parte del padrone di casa, a ricevere e a intrattenere alcune goffissime mercantesse, arricchite, ignoranti e sfrontate fino all'inverosimile, vari tenentini e miseri scrittorucoli e nullità da rivista che comparivano in frac alla moda e guanti gialli, con una superbia e una prosopopea così smisurate, che sarebbero state inammissibili persino da...
7. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 14
Входимость: 9. Размер: 22кб.
Часть текста: esclamai, afferrando la lettera. Le mani mi tremavano, e le righe saltellavano davanti ai miei occhi. Ho dimenticato le precise espressioni della lettera, ma eccola, se non proprio parola per parola, almeno pensiero per pensiero. "Mademoiselle," scriveva De-Grieux, "sfavorevoli circostanze mi costringono a partire immediatamente. Voi certo avrete notato che a bella posta ho evitato di avere con voi una spiegazione definitiva fino a quando non si fossero chiarite tali circostanze. L'arrivo della vecchia (de la vieille dame), vostra parente, e il suo assurdo comportamento hanno messo fine alle mie perplessità. I miei affari dissestati mi impediscono di continuare a nutrire le dolci speranze delle quali mi ero permesso di pascermi per qualche tempo. Mi rammarico di quello che è accaduto, ma spero che nella mia condotta non troverete niente d'indegno di un gentiluomo e di un onest'uomo (gentilhomme et honnête homme). Avendo perso quasi tutto il mio denaro nei crediti concessi al vostro...
8. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 6
Входимость: 9. Размер: 35кб.
Часть текста: Capitolo 6 Capitolo 6 L'indomani, alle otto in punto, Goljadkin si svegliò nel suo letto. Subito tutti gli eventi straordinari del giorno prima e quella incredibile e selvaggia notte con le sue quasi impossibili avventure comparvero di colpo, tutti insieme, nella loro spaventosa pienezza, alla sua immaginazione e alla sua memoria. L'odio così esasperato e infernale da parte dei suoi nemici e, in particolare, l'ultima manifestazione di quell'odio agghiacciarono il cuore di Goljadkin. Ma contemporaneamente tutto era così strano, incomprensibile, assurdo e gli sembrava così lontano da ogni possibilità, da non potersi decidere a credere a tutta quella faccenda; Goljadkin stesso sarebbe stato persino disposto a ritenerla un vano delirio, uno squilibrio momentaneo della sua mente, un ottenebramento dell'intelletto, se, per sua fortuna, non avesse saputo, dall'amara esperienza quotidiana, fino a che punto l'odio può a volte trascinare un uomo, fino a che punto può arrivare l'accanimento di un nemico che voglia vendicare il suo onore e il suo amor proprio. Per di più, le membra indolenzite di Goljadkin, la testa annebbiata, le reni spezzate e un maligno raffreddore testimoniavano con evidente chiarezza e sostenevano tutta la verosimiglianza di quella passeggiata notturna e, in parte, di tutto quanto era accaduto durante quella passeggiata. E poi, infine, Goljadkin stesso sapeva benissimo che quelle certe persone stavano complottando da un bel pezzo qualche cosa e che, là con loro, c'era qualcun altro. Ma che fare? Dopo averci riflettuto sù un po', Goljadkin prese la decisione di starsene zitto, di rassegnarsi e di non protestare per quella faccenda fino a quando non si presentasse un momento più...
9. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник)
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Часть текста: impressioni. Le affumicate pareti verde sporco della sua stanzetta lo guardarono familiarmente, il comò di mogano, le sedie finto mogano, la tavola dipinta di rosso, il divano alla turca d'incerata rossa a fiorellini verdognoli e, ancora, il vestito di cui in gran fretta si era liberato la sera prima e che aveva buttato malamente sul divano. Infine una grigia giornata autunnale, cupa e sporca, fece capolino nella stanza attraverso i vetri appannati della finestra con un'aria così stizzita e una smorfia così acida che il signor Goljadkin non poté più avere nessun dubbio di trovarsi non in un qualche favoloso reame dall'altra parte del mondo, ma a Pietroburgo, nella capitale, in via delle Sei Botteghe, nel suo appartamentino al quarto piano di un grande palazzo. Fatta una simile importante scoperta, Goljadkin chiuse freneticamente gli occhi, quasi a rimpiangere il sogno di poco prima e a desiderare di farlo ritornare, almeno per un momento. Ma un attimo dopo saltò di colpo giù dal letto, colpito finalmente dall'idea intorno alla quale si erano andati aggirando fino a quel momento i suoi distratti pensieri non ancora irreggimentati in un ordine ben definito. Appena sceso dal letto, corse verso un piccolo specchio rotondo che stava sul comò. Benché la figura assonnata, dalla vista debole e dalla incipiente calvizie, riflessa nello specchio fosse così insignificante da non attirare l'attenzione di nessuno, tuttavia era chiaro che il suo proprietario era rimasto soddisfattissimo di tutto quello che aveva visto nello specchio. "Sarebbe davvero un bell'affare" disse a mezza voce Goljadkin, "sarebbe davvero un bell'affare se proprio oggi non fossi in piena...
10. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 7
Входимость: 9. Размер: 25кб.
Часть текста: il cappotto all'ospite e al padrone. Goljadkin diede un'occhiata di sbieco a Petruska, gli lanciò appena uno sguardo rapido, cercando, attraverso l'espressione del viso, di scoprirne i pensieri. Ma, con suo enorme stupore, vide che il suo domestico era mille miglia lontano dal mostrarsi meravigliato: sembrava addirittura che si aspettasse qualcosa di simile. Naturalmente ora guardava in cagnesco, di traverso e sembrava pronto a divorare chi sa chi. "Sta a vedere che qualcuno oggi li ha stregati tutti!" pensava il nostro eroe, "che qualche demonio abbia fatto il giro? Senza dubbio oggi c'è in tutti qualcosa di particolare. Che il diavolo mi porti, è un bel tormento!" Ecco che, continuando a rimuginare in tal modo, Goljadkin portò l'ospite nella sua stanza e lo pregò umilmente di accomodarsi. L'ospite, era chiaro, era in grandissimo imbarazzo e, intimidito, seguiva umilmente tutti i movimenti del padrone di casa, si attaccava a ogni suo sguardo e sembrava che cercasse di indovinarne i pensieri. In tutti i suoi gesti c'era qualcosa di avvilito, di abbattuto, di spaventato, tanto che, se potrà valere il paragone, assomigliava...