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Cлово "QUESTA"


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1. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 9
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2. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 10
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3. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 8
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4. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 12
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5. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 10
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6. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 6
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7. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 5
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8. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 8
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9. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 4
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10. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 9
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11. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 6
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12. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 7
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13. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 17
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14. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 3
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15. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 14
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16. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 7
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17. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 12
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18. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 11
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19. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 2
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20. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 13
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21. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 13
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22. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 2
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23. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 11
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24. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок)
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25. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 4
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26. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник)
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27. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 3
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28. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 15
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29. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 5
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30. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 16
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Примерный текст на первых найденных страницах

1. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 9
Входимость: 12. Размер: 52кб.
Часть текста: nella testa di Goljadkin frullò perfino il pensiero se non avrebbe invece dovuto lasciare le cose com'erano e rinunciare, semplicemente. "Be', che c'è? Niente. Io me ne starò per conto mio, come se non fossi io" pensava Goljadkin; "lascio perdere tutto; non sono io, e tutto è finito: lui pure, forse, se ne starà per conto suo; brancolerà un po', il birbante, certo, si rigirerà, ma finirà con il piantarla pure lui. Sicuro, ecco come stanno le cose! Io raggiungerò lo scopo con la rassegnazione. E poi, dov'è il pericolo? E che pericolo c'è? Vorrei proprio che qualcuno mi facesse vedere un pericolo in questa faccenda. E' una cosa da niente! Una storia comunissima!" A questo punto Goljadkin si fermò. Le parole gli morirono in gola; poi arrivò addirittura a insultarsi per quel pensiero e giunse al punto di convincersi di essere un vile e meschino per avere avuto quel pensiero, la faccenda però non si mosse di un'unghia dal punto in cui si trovava. Si rendeva conto che per lui era una inevitabile necessità prendere una decisione in quel...
2. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 10
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Часть текста: ora sull'altro, esclamando, ansimando, prendendo sonno per un istante e dopo un istante svegliandosi di nuovo, e tutto ciò accompagnato da una strana angoscia, da confusi ricordi, da orrende visioni... in una parola, da tutto ciò che si può trovare di più sgradevole... Ora gli appariva davanti, immersa in una strana, misteriosa penombra, la figura di Andréj Filìppovic'; una figura asciutta, scontrosa, dallo sguardo freddo, crudele, con quel suo rimbrottare rigido e cortese... Ma, non appena Goljadkin cominciava ad avvicinarsi ad Andréj Filìppovic' per giustificarsi in certo qual modo ai suoi occhi, così e così, e dimostrargli che lui non era come lo dipingevano i suoi nemici, che, ecco, lui era questo e quello, e che anzi aveva, oltre alle comuni innate sue qualità, anche questo e quest'altro... ecco che appariva immediatamente la persona nota per le sue basse intenzioni e, con qualche espediente dei più stomachevoli, in un colpo solo demoliva tutte le sue iniziative e proprio lì, quasi sotto il naso di Goljadkin, diffamava energicamente la sua reputazione, calpestava nel fango il suo amor proprio e poi, senza perdere tempo, prendeva il suo posto nell'ufficio e in società. Ora Go]jadkin sentiva un certo prurito alla testa causato da qualche scappellotto, da poco tempo ben meritato e umilmente accettato, ricevuto o nella vita comune oppure là in servizio, colpettino contro il quale era difficile protestare... E, mentre Goljadkin cominciava già ad arrovellarsi il cervello sul perché fosse tanto difficile protestare, anche solo per...
3. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 8
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Часть текста: Casinò, ci sediamo là, facciamo una fumatina e intanto io vi racconterò tutto... e voi pure racconterete tutto a me..." Il caffè era a cento passi. Ci servirono subito, ci mettemmo a sedere, io accesi una sigaretta, mister Astley non accese niente e, con gli occhi fissi su di me, si preparò ad ascoltarmi. "Non andrò in nessun posto, resterò qui" cominciai a dire. "Ero anch'io convinto che sareste rimasto" rispose mister Astley, in tono di approvazione. Andando da mister Astley, non solo non avevo nessuna intenzione, ma di proposito non volevo dirgli niente del mio amore per Polina. In tutti quei giorni non gliene avevo quasi fatto parola. Per di più egli era timidissimo. Fin dalla prima volta avevo osservato che Polina gli aveva suscitato un'impressione straordinaria, ma lui non pronunciava mai il suo nome. Ma, cosa strana, non appena fui seduto ed egli ebbe puntato su di me il suo sguardo color dello stagno, mi venne improvvisamente voglia, non so perché, di raccontargli tutto, cioè tutto il mio amore in ogni sua sfumatura. Parlai per una mezz'ora, provando uno straordinario piacere: era la prima volta che toccavo quell'argomento! Resomi conto che in certi punti particolarmente ardenti egli si turbava, accrescevo a bella posta il calore del mio racconto. Di una cosa mi pento: di aver forse detto qualcosa di troppo sul francese... Mister Astley ascoltava, seduto di fronte a me, immobile, silenzioso e guardandomi negli occhi; ma, quando cominciai a...
4. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 12
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Часть текста: 12 Capitolo 12 Petruska entrò ciondolando, con un'aria stranamente noncurante e col viso atteggiato a un'espressione servilmente solenne. Si vedeva che aveva architettato qualcosa, che si sentiva nel suo pieno diritto e guardava ora con l'aria di una persona completamente estranea, con l'aria, cioè, del servitore di qualcun altro e non più con quella del precedente servitore del signor Goljadkin. "Be', vedi, caro" cominciò il nostro eroe, ansimando. "Che ora è, caro?" Petruska, senza rispondere. si ritirò dietro il tramezzo, poi ricomparve e, in tono piuttosto disinvolto, dichiarò che presto sarebbero state le sette e mezzo. "Bene, caro, bene. Dunque vedi, mio caro... permetti che ti dica... mio caro, che tra noi mi pare che ora sia tutto finito." Petruska taceva. "Be', ora che tra noi tutto è finito, dimmi sinceramente, dimmelo come a un amico, dove sei stato, caro." "Dove sono stato? Tra brave persone..." "Lo so, caro, lo so. Io sono sempre stato soddisfatto di te, mio caro, e il benservito te lo rilascerò... Be', che fai adesso da loro?" "Ebbene, signore, che c'è? Lo sapete anche voi. Si sa che una brava persona non ti insegna niente di male." "Lo so, caro, lo so. In questi nostri...
5. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 10
Входимость: 6. Размер: 32кб.
Часть текста: per tutte le stanze, e lei le osservò con severa attenzione. Il capo cameriere, un uomo già anziano dalla testa pelata, la accompagnava con deferenza in questa prima visita. Non so per chi prendessero la nonna ma, a quanto pare, per una persona importante e, soprattutto, ricchissima. Nel registro scrissero subito: "Madame la Générale, princesse de Tarassevìtcheva" nonostante la nonna non sia mai stata principessa. La servitù, lo scompartimento riservato, quell'inutile montagna di cassette, valigie e persino i bauli arrivati insieme con la nonna, avevano probabilmente dato inizio al suo prestigio; e la poltrona, il tono, la voce imperiosa della vecchia, le sue domande stravaganti fatte con la più grande disinvoltura e con l'aria di non ammettere repliche, in una parola, tutta la figura della nonna diritta, brusca, autoritaria, avevano completato il generale senso di reverenza verso di lei. Durante la visita, la nonna ordinava all'improvviso di fermare la poltrona, indicava qualche oggetto dell'arredamento e con inaspettate domande si rivolgeva all'ossequioso e sorridente capo cameriere che quasi quasi...
6. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 6
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Часть текста: di bello in lei! Bella, però, è bella, sembra bella. Fa impazzire anche gli altri. E' alta e ben fatta, solo un po' sottile. Mi dà l'impressione che si potrebbe farne un nodo o piegarla in due. La forma del suo piede è lunga e sottile, crudele. Proprio crudele. I capelli hanno una sfumatura rossiccia, gli occhi sono veri occhi da gatta... ma come sa usarli con orgogliosa fierezza! Quattro mesi fa, quando ero appena arrivato in casa loro, lei, una sera si trattenne a lungo in sala a discutere animatamente con De-Grieux. E lo guardava in un modo tale che poi, quando mi ritirai in camera mia per coricarmi, mi immaginai che lei gli avesse dato uno schiaffo, glielo avesse appena dato e gli stesse così davanti a guardarlo... Ecco, da quella sera mi sono innamorato di lei. Ma veniamo ai fatti! Per un sentiero uscii sul viale, mi sistemai nel bel mezzo e attesi il barone e la baronessa. A cinque passi di distanza mi tolsi il cappello e mi inchinai. Ricordo che la baronessa indossava un abito di seta larghissimo, di colore grigio chiaro, con volanti, crinolina e strascico. E' piccola di statura e di una grassezza straordinaria, con un mento terribilmente carnoso e floscio, tanto che non le si vede per niente il collo. La sua faccia è paonazza. Gli occhi sono piccoli, maligni e sfacciati. Cammina come se facesse un onore a tutti. Il barone è secco, alto. Il suo volto, come spesso si vede nei Tedeschi, è storto e solcato da mille piccole rughe; porta gli occhiali; è sui quarantacinque anni. Le gambe gli cominciano quasi dal petto: segno di razza, dicono. E' tronfio come un pavone. Un po' goffo. Nell'espressione di quel viso c'è qualcosa del montone che, a modo suo, sostituisce la profondità di pensiero. Tutto questo mi passò...
7. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 5
Входимость: 6. Размер: 23кб.
Часть текста: ma, non appena ci alzammo da tavola, mi chiese di accompagnarla a fare una passeggiata. Prendemmo con noi i bambini e ci avviammo nel parco, verso la fontana. Poiché mi trovavo in uno stato di particolare eccitazione, le lanciai in modo stupido e brusco la domanda: come mai il nostro marchese De-Grieux, il francesino, adesso non soltanto non la accompagnava, quando lei andava da qualche parte, ma nemmeno le rivolgeva la parola per giornate intere? "Perché è un vigliacco" mi rispose stranamente. Non avevo mai sentito da lei un simile giudizio su De-Grieux e tacqui, temendo di comprendere la ragione della sua irritabilità. "Avete notato che oggi non va d'accordo con il generale?" "Voi volete sapere di che si tratta?" mi rispose in tono asciutto e seccato. "Sapete che il generale ha tutto il suo ipotecato presso di lui, tutta la proprietà, e che, se la nonna non morirà, il francese entrerà immediatamente in possesso di tutto ciò che è sotto ipoteca." "Ah, è dunque proprio vero che tutto è ipotecato? L'avevo sentito dire, ma non sapevo che si trattasse proprio di tutto." "E come no?" "E allora addio, mademoiselle Blanche!" osservai. "Allora non diventerà generalessa! Sapete? Mi sembra che il generale sia innamorato al punto da arrivare magari a uccidersi se mademoiselle Blanche lo dovesse piantare. Alla sua età è pericoloso innamorarsi." "Sono anch'io del parere che gli succederà qualcosa" osservò...
8. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 8
Входимость: 6. Размер: 38кб.
Часть текста: Capitolo 8 Capitolo 8 Il giorno dopo Goljadkin si svegliò come al solito alle otto; e, appena sveglio, gli si ricordò subito degli avvenimenti della sera precedente: se ne ricordò e si rabbuiò in viso. "Una parte da stupido ho recitato ieri sera!" pensò, sollevandosi sul letto e gettando un'occhiata al letto dell'ospite. Ma quale stupore! Nella camera non solo non c'era più l'ospite, ma nemmeno il letto! "Che significa questo? Che vuol dire questa nuova circostanza?" Mentre Goljadkin, sbalordito, guardava a bocca aperta il posto vuoto, la porta scricchiolò e entrò Petruska, che portava il vassoio col tè. "Ma dov'è? Dov'è?" pronunciò con voce appena udibile il nostro eroe, indicando col dito il posto occupato la sera prima dall'ospite. Petruska non rispose e non guardò nemmeno il suo padrone, ma girò gli occhi verso l'angolo a destra, tanto che lo stesso ...
9. Dostoevsky. Il sosia (Italian, Двойник). Capitolo 4
Входимость: 6. Размер: 36кб.
Часть текста: come da lungo tempo non si era più visto di simile tra le pareti degli appartamenti di funzionari presso il ponte Izmajlovskij e nei dintorni, pranzo più somigliante a un convito di Baldassarre che a un pranzo, che rievocava un qualcosa di babilonese quanto a splendore, lusso e decoro, con profusione di champagne Cliquot, di ostriche e di frutta provenienti dai negozi di Elessev e di Miljutin, con ogni specie di ben nutriti vitellini e con tanto di "tabella dei ranghi" (1) dei funzionari in vista; questo festoso giorno, celebrato con un così grandioso pranzo, si concluse con un brillantissimo ballo, un piccolo ballo di famiglia tra intimi, ballo brillantissimo tuttavia per il buon gusto, l'eleganza e il decoro. Certo, io sono perfettamente d'accordo nel dire che balli di questo genere se ne vedono, sì, ma molto di rado. Serate danzanti come quelle, più simili a feste di famiglia che a balli veri e propri, possono svolgersi solo in case come, per esempio, la casa del consigliere di stato Bernadeiev. Dirò di più: ho perfino dei seri dubbi che in casa dei consiglieri di stato si possano dare simili balli. Oh, se io fossi poeta! Poeta naturalmente dell'altezza di un Omero o di un Puskin, perché con un ingegno meno elevato è impossibile farsi avanti... Se fossi poeta, dicevo, non mancherei di descrivervi, o lettori, con scintillante cromatismo e con ampie pennellate, tutto il susseguirsi degli avvenimenti di questa solenne giornata. Ma no, nel mio poema prenderei le mosse dal pranzo e in particolare mi attarderei su quell'attimo, meraviglioso e nello stesso tempo solenne, in cui fu alzata la prima coppa per brindare alla salute della regina della festa. Vi descriverei per prima cosa quegli ospiti assorbiti in quel religioso silenzio e in...
10. Dostoevsky. Il giocatore (Italian, Игрок). Capitolo 9
Входимость: 6. Размер: 23кб.
Часть текста: portata come sempre negli ultimi cinque anni in poltrona, ardita, battagliera, contenta di sé, eretta sul busto, come suo solito, gridando forte e imperiosamente, rampognando tutti, proprio come io avevo avuto l'onore di vederla due volte da quando ero entrato come precettore in casa del generale. Naturalmente rimasi davanti a lei come impietrito dallo stupore. Già a cento passi di distanza, mentre la portavano dentro sulla poltrona, lei mi aveva visto con il suo occhio di lince, mi aveva riconosciuto e mi chiamava con il nome e con il patronimico che lei, com'era sua abitudine, aveva imparato una volta per sempre. "E proprio lei si aspettavano di vedere chiusa nella bara dopo aver lasciato l'eredità?" mi passò a volo nella mente. "Lei che vivrà più a lungo di noi e di tutto l'albergo! Mio Dio, ma che succederà ora ai nostri, che succederà al generale? Quella, adesso, metterà sottosopra tutto!" "Dunque, bàtiushka, perché te ne stai lì impalato con gli occhi sbarrati?" continuava a gridare la nonna. "Salutare, dare il benvenuto non sai, eh? O ti dai delle arie e non vuoi farlo? Senti, Potapytch," disse rivolta a un vecchietto canuto in frac e cravatta bianca con una rosea calvizie, il suo maggiordomo che l'accompagnava nel viaggio, "senti, non mi riconosce! Mi avevano già seppellita! Mandavano un telegramma dietro l'altro: è morta o non è morta? So...